Cibi biologici: cosa sono e come si producono

Arianna Preciballe
  • Appassionata di Gossip e Tv
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

Con la consulenza del prof. Alessandro Trianta Fyllidis, agronomo, presidente nazionale dell’Aiab, Associazione italiana per l’agricoltura biologica oggi parliamo di prodotti bio, sempre più presenti sulle nostre tavole.

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Il consumo dei prodotti biologici in Italia non subisce battute di arresto neppure in tempi di crisi, visto che nel primo semestre del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011 la spesa è aumentata di oltre il 6%, con un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro, che mette l’Italia al quarto posto in Europa, dopo Germania, Francia e Regno Unito e al sesto nel mondo.

Anche se il numero dei consumatori non è stimabile in cifre, secondo le ultime statistiche disponibili moltissimi italiani scelgono di comprare bio. Siamo andati a scoprire che cosa vuol dire produrre, in agricoltura e zootecnia, secondo i metodi biologici con Alessandro Triantafyllidis, presidente nazionale dell’Aiab.

Quando un cibo si definisce biologico?

“Il termine biologico può essere usato solo per i prodotti che rispettino il regolamento CE 834/07 e 889/08. Il regolamento disciplina il metodo di produzione bio, un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi). Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo”.

Cosa comporta il metodo bio?

“Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, non lo sfruttano in modo intensivo. Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte. Inoltre, nelle aziende agricole devono esserci ampi spazi perché gli animali possano muoversi e pascolare liberamente”.

Come si produce il biologico?

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“In agricoltura biologica non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere). Alla difesa delle colture si provvede innanzitutto in via preventiva, selezionando specie resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche dicoltivazione appropriate, come, per esempio:• la rotazione delle colture, perché non coltivando consecutivamente sullo stesso terreno la stessa pianta, da un lato si ostacola l’ambientarsi dei parassiti e dall’altro si sfruttano in modo più razionale e meno intensivo le sostanze nutrienti del terreno;

• la piantumazione di siepi e alberi che, oltre a ricreare il paesaggio, danno ospitalità ai predatori naturali dei parassiti e fungono da barriera fisica a possibili inquinamenti esterni;

• la consociazione, cioè coltivando in parallelo piante sgradite l’una ai parassiti dell’altra”.

Vengono usati fertilizzanti?

“In agricoltura biologica si usano fertilizzanti naturali come il letame opportunamente compostato e altre sostanze organiche compostate (sfalci, ecc.) e sovesci, cioè incorporazioni nel terreno di piante appositamente seminate, come trifoglio o senape. In caso di necessità, per la difesa delle colture s’interviene con sostanze naturali vegetali, animali o minerali: estratti di piante,insetti utili che predano i parassiti, farina di roccia o minerali naturali per correggere struttura e caratteristiche chimiche del terreno e per difendere le coltivazioni dalle crittogame.

Il ricorso a tecniche di coltivazione biologiche ricostruisce l’equilibrio nelle aziende agricole; qualora si rendesse necessario intervenire per la difesa delle coltivazioni da parassiti e altre avversità, l’agricoltore può fare ricorso esclusivamente alle sostanze di origine naturale espressamente autorizzate e dettagliate dal Regolamento europeo”.