Allergie primaverili: i cibi da evitare

Anna Vitale
  • Laureata in Scienze della Comunicazione digitale e d’impresa
  • Responsabile di redazione

Puntuali come sempre, le allergie ai pollini caratterizzano la stagione primaverile. Per alcune persone i sintomi sono lievi, ma per molti altri sono così intensi tanto da intaccare lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

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La reazione allergica è in genere caratterizzata da rinite, congestione nasale, tosse, starnuti, occhi gonfi o lacrimanti, prurito, ed è scatenata in seguito al contatto con specifiche sostante chiamate allergeni.

Le cure che ci possono venire in aiuto sono diverse: si può ricorrere all’uso di farmaci da banco o con prescrizione medica (corticosteroidei, antistaminici, decongestionanti); rimedi omeopatici o erboristici. C’è chi ricorre anche all’agopuntura e all’ipnosi, ma questi rimedi non hanno alcuna valenza scientifica. Chi soffre di queste fastidiose allergie deve prestare attenzione anche ai cibi che mangia.

Infatti, circa il 25% dei soggetti allergici soffre anche della cosiddetta sindrome allergica orale caratterizzata da bruciore, prurito, gonfiore alle vie aeree superiori e gonfiore alle labbra in particolar modo dopo aver mangiato alcuni tipi di frutta e verdura.

A questi sintomi, nei soggetti particolarmente sensibili, se ne possono aggiungere altri quali: disturbi gastrointestinali, orticaria, angioedema, asma, congiuntivite, shock anafilattico. Questi alimenti contengono proteine la cui struttura chimica è molto simile alle sostanze che provocano le reazioni allergiche.

È importante, quindi, imparare quali sono gli alimenti che possono contribuire ad accentuare le allergie stagionali.

Alimenti che amplificano le allergie

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Chi è allergico alle graminacee deve evitare kiwi, pomodori, agrumi, meloni, angurie, pesche, ciliegie e albicocche; mentre, coloro i quali manifestano reazioni allergiche al polline della betulla non devono mangiare mela, carota, sedano, finocchio, pera, banana, nespola, pesca, ciliegia, albicocca, prugna, prezzemolo, nocciola, noce, arachide, mandorla, kiwi, lampone, fragola, pepe verde.

In presenza di allergia alle composite (note anche col nome di Asteraceae) è opportuno stare alla larga da cicoria, indivia, radicchio, cardo, carciofo, topinambur, tarassaco, camomilla, banana, anguria, castagne, arachide, noce, nocciola, pistacchio, sedano, prezzemolo, carota, finocchio, margarine, dragoncello, lattuga, zucca, mela, melone, semi ed olio di girasole, miele di tarassaco, arnica.

L’allergia alla paritaria, appartenente alla famiglia delle urticaceae, può avere cross- reattività con pisello, arachide, soia, fagiolo, gelso, pistacchio, melone, kiwi, patata, basilico, ortica, ciliegia, basilico; mentre, l’allergia all’ambrosia può dare una reazione crociata con sedano, melone, anguria, banana, carote.

Bisogna evitare mela, pesca, ciliegia, carota, limone in caso di allergia al nocciolo; verza, cavolo cappuccio, rapa, broccolo, rapa, colza, ravizzone in caso di allergia alle brassicaceae; se la reazione allergica è data dalle cucurbitaceae sarà bene evitare zucchino, zucca, melone, anguria, cetriolo e pomodoro; mentre, è sconsigliato mangiare asparago, porro, cipolla, aglio in caso di allergia alle liliaceae.

Se la reazione allergica è scatenata dalle rosaceae, è opportuno non consumare mandorle, mela, albicocca, pesca, susina, ciliegia, prugna, fragola.

Bisogna comunque considerare che non necessariamente tutti gli alimenti elencati innescano una reazione allergica crociata; in genere solo 1 alimento o al massimo 2 possono causare cross reattività e in ogni caso la suscettibilità è altamente soggettiva.

Una volta identificato l’alimento scatenante l’allergia, sarà opportuno eliminarlo dalla propria dieta durante la pollinazione cioè la produzione di polline da parte delle piante da fiore.

Ogni area geografica ha un suo specifico calendario di pollinazione che dipende dalla vegetazione tipica del luogo e dalle condizioni climatiche. In genere, la betulla fiorisce da marzo a giugno; il cipresso da marzo a maggio; l’ambrosia da agosto a settembre; le composite da maggio a giugno; le graminacee da aprile a giugno; l’ulivo da aprile a maggio.

Diversamente da quanto si possa pensare, sbucciare la frutta non minimizza la reazione allergica, ma è preferibile invece la cottura proprio perché la temperatura è capace di modificare la struttura molecolare delle proteine.