Allergie alimentari: nasce l’app per gli allergeni pericolosi
Per tutti coloro che soffrono di allergie alimentari, di recente è stata creata un nuova app che permette d’individuare tutti gli ingredienti di un prodotto. In questo modo i soggetti allergici potranno sapere immediatamente se possono consumare quel prodotto o meno.
Da oggi gli allergici possono contare sull’aiuto della tecnologia: una nuova app permette dal codice a barre l’identificazione delle caratteristiche dei prodotti alimentari acquistati. “Edo”, applicazione valida per smartphone e tablet, è stata realizzata da due giovani cesenati, Luciano Venezia e Enza Gargiulo.
Come funziona? Si fotografa col proprio apparecchio il codice a barre sull’etichetta del prodotto e sullo schermo compare una scheda che illustra con chiarezza ingredienti, valori nutrizionali, grassi, zuccheri e conservanti presenti.
Un sofisticato algoritmo indica poi, con un voto da zero a dieci, quanto è sano il prodotto, segnalandone l’idoneità per celiaci e intolleranti al lattosio. In caso contrario, Edo propone una lista di prodotti alternativi.
Tracciabilità degli alimenti
Ma chi controlla gli alimenti consumati ogni giorno negli ospedali e nelle mense scolastiche? Chi forma le brigate di cucina, gli stessi chef stellati e non, gli operatori della ristorazione collettiva? I temi della tracciabilità, della trasparenza, della formazione degli operatori rivestono un ruolo strategico nel comparto del consumo alimentare. I rischi sono quotidiani ed è necessaria una sinergia tra diversi enti.
È quanto si propone di attuare la SIAAIC, Società Italiana Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica, che ha fatto da filo conduttore con il mondo dell’impresa, delle associazioni dei pazienti e con gli istituti di ricerca in occasione della tavola rotonda “Confronto impresa-alimentare- specialisti” svolta durante il 28° Congresso Nazionale della SIAAIC; questa ha visto medici specialisti, imprese alimentari, associazioni dei pazienti allergici e istituti di ricerca confrontarsi sul nuovo regolamento europeo che impone trasparenza nei menù e tracciabilità delle etichette. L’obiettivo? Realizzare una collaborazione concreta per tutelare la salute del paziente.
Il professor Domenico Schiavino, membro del Direttivo SIAAIC e allergologo al Policlino Gemelli di Roma ha affermato:
“Quello delle allergie alimentari è un problema sociale importante, poiché una vasta fetta della popolazione mostra reali intolleranze agli alimenti, ma la gravità è notevole per le allergie vere e proprie, visto che gli effetti possono essere letali con una crescita dello shock anafilattico da alimenti (latticini, uova, frutta, nocciole…)”.
Enrico Heffler segretario SIAAIC ha sottolineato:
“Esiste anche il problema degli allergeni nascosti, trascurati ma spesso causa primaria dei disturbi, come nel caso del grano saraceno, spesso usato per la pizza. Il paziente deve conoscere meglio i presidi farmacologici. C’è ad esempio un sottoutilizzo dell’adrenalina auto-iniettabile, che spaventa il paziente e di cui non sono noti gli effetti benefici”.
Allo scopo, dal 2006 è attivo il Laboratorio Controllo Alimenti Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta; con altri nove istituti italiani fa parte di una rete coesa per il controllo degli alimenti e vara specifici progetti di ricerca.
Allergeni nascosti
Il lavoro dell’Istituto è basato sulle norme europee ed in particolare sul Regolamento CE 1169/2011, che prevede che i clienti vengano informati della presenza di tutte quelle sostanze responsabili di intolleranze alimentari e che possono causare reazioni avverse, dal latte al pesce, dal frumento alle uova ai crostacei.
Ogni qualvolta viene individuata la presenza di allergeni che rende gli elementi non conformi, parte una segnalazione che informa tutti i Paesi europei.
Tra le aziende partecipanti, interessante l’approccio intrapreso da alcune realtà produttive per facilitare la vita quotidiana di celiaci, soggetti allergici o intolleranti a determinati allergeni. Claudia Sguaita, Responsabile Qualità e Ambiente di Sambonet Paderno (TO) ha sottolineato:
“Abbiamo un laboratorio interno accreditato in cui possiamo monitorare la sicurezza in ogni fase della nostra produzione”.
La sua azienda di pentolame e posateria per la grande distribuzione, è la prima azienda del settore a offrire al canale “fuori casa” una linea completa di pentolame e utensili da destinare alla preparazione di pietanze senza glutine.
Francesca Verrigni, titolare del pastificio abruzzese omonimo, ha sottolineato l’importanza della qualità del grano e delle coltivazioni bio. I nuovi formati di pasta sine gluten vanno incontro alle esigenze di una comunità di 700mila persone.
Virginia Maschio, imprenditrice torinese e Responsabile Marketing & Comunicazione di Fior di Loto, ha portato un’esperienza diretta: lei stessa è celiaca, ha così creato una linea di prodotti biologici estranea a qualsiasi contaminazione.
Anche Claudio Sbaraglia, ad di Delixia, imprenditore italo argentino, ha adattato il suo dolce di latte alle nuove esigenze nutrizionali: “Abbiamo abbassato il livello dello zucchero ed eliminato glutine e lattosio. Siamo stati molto apprezzati, tanto da essere fornitori del Vaticano e di Papa Francesco”, ha concluso orgoglioso Sbaraglia.