Se ne parla da 50 anni, ma ancora gli studiosi non sono concordi sull’esistenza del Punto G. Quest’anno è stato pubblicato sul Journal of Sexual Medicine il più grande studio sul Punto G, effettuato su 1800 donne gemelle. Condotto da un team di ricercatori del King's College di Londra guidato da Andrea Burri e da Tim Spector, lo studio “dimostra abbastanza definitivamente che l'idea di un punto G è soggettiva”, afferma lo stesso Burri.
Solo poche settimane dopo un gruppo di medici francesi, riuniti a Parigi in occasione del convegno “Le polemiche del punto G”, smentisce lo studio inglese, reo di essere “partito da una falsa pista. Ci sono tre idee false sul punto-G: pensare che stia nello stesso posto in tutte le donne, che abbia la dimensione fissa di una moneta da 50 centesimi di euro e che provochi sempre un orgasmo. Invece non è così” afferma il dottor Sylvain Mimoun. Sempre lo stesso Mimoum aggiunge che il punto G “è una zona erogena particolare che esiste in alcune donne.”
Il dibattito sembra non voler arrivare ad una conclusione e, a seconda dei punti di vista, questo fantomatico Punto G sembra comparire e scomparire nell’anatomia delle donne.
Abbiamo chiesto il parere del maggior esperto italiano in materia, Emmanuele Jannini, specialista endocrinologo e andrologo, professore di sessuologia e del corso di laurea in Sessuologia medica presso l’università de L’Aquila.
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