Luca, 8 anni, entra in ansia e piange quando deve fare le divisioni. Paola, 7 anni non riesce a finire di leggere Hansel e Gretel perché, nel momento in cui la strega imprigiona i fratellini nella casetta di marzapane, è oppressa dall’angoscia. Spesso i genitori assecondano la fragile emotività dei loro bambini mettendoli al riparo da ogni paura e pericolo. Ma secondo lo psicologo canadese Michael Ungar, che all’argomento ha dedicato un saggio “Too safe for their own good” (Troppo protetti per il loro bene, McClelland & Stewart edizioni), questo atteggiamento è sbagliato, perché impedisce loro di sviluppare la corretta capacità di affrontare i problemi. Ma come puoi capire se tuo figlio è incline alla resilienza, cioè se è pronto a sfidare le difficoltà e a superarle? E come puoi aiutarlo a diventare più forte?
Quando comincia a camminare
Osserva come si muove quando assapora per la prima volta l’esperienza inebriante della libertà. È appunto in questo frangente che manifesta il suo carattere: cade, si rialza, non si scoraggia, ha fiducia in se stesso; a proprio modo è determinato, avventuroso, creativo e con un notevole senso dell’umorismo. Quante volte ti capita di sorprenderlo mentre ride di se stesso dopo che è caduto? Buon segno, l’autoironia è il primo gradino nella scala della resilienza.
In età scolastica
Il bambino resiliente non chiede aiuto nei compiti ma cerca di fare tutto da solo. Riesce a essere un buon mediatore nelle conflittualità con gli amici, ama le sfide sportive, cerca di risolvere i problemi dopo aver chiesto consigli e aver preso le necessarie informazioni. Quando chiede aiuto non vuole che qualcuno, un adulto, si sostituisca a lui, preferisce affrontare le difficoltà da solo.
Una capacità che può essere potenziata grazie alla teoria della..