Perdere peso, senza rinunciare ai piaceri della tavola, anzi, concedendosi gli alimenti che più ci piacciono - patatine e dolci compresi - nella quantità desiderata. Sembrerebbe un miracolo, se non fosse il fondamento psicologico su cui poggia la Dieta Paradossale messa a punto dal professor Giorgio Nardone, psicoterapeuta, cofondatore con Paul Watzlawick del Centro di Terapia Strategica di Arezzo. «Nel libro La dieta paradossale, edito da Ponte alle Grazie – spiega Nardone – cerco di dimostrare come concedersi il piacere possa portare all’acquisizione del controllo del cibo». In che modo lo chiediamo al professore.
Perché questa dieta dovrebbe funzionare?
Perché utilizza il piacere come fondamento di un equilibrio alimentare stabile ed efficace. Il punto debole di ogni dieta, infatti, sono i chili che si recuperano una volta terminata la restrizione alimentare. Fino a oggi, la dietologia basata sul conteggio delle calorie o sulle analisi chimiche degli alimenti sembra non prendere in considerazione i fattori psicologici legati al piacere di mangiare.
Senza piacere quindi non si può resistere a lungo, neanche a dieta?
Ciò che rende fallimentare qualsiasi dieta è l’idea del controllo e del sacrificio. Mentre, a partire dalla logica non ordinaria della dieta paradossale, piacere e dovere sono chiamati a collaborare.